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Dott. Francesco Sessa
Psicologo-Psicoterapeuta strategico-integrato ad orientamento neuroscientifico, direttore didattico CIPPS-Salerno (Scuola di Psicoterapia ad
orientamento strategico neuroscientifico), membro del direttivo della Società Scientifica di Psicoterapia Strategica; Socio della Società
Italiana di Ipnosi Ericksoniana e dell'Associazione Attivismo Quantico Europeo.Tra le sue attività anche la ricerca sull'utilizzo di Mirroring Hands, modello ipnoterapeutico della Genomica Psicosociale e Culturale, applicato a diverse patologie organiche e psicologiche, come l'infertilità psicogena, l'orticaria psicogena e la misofonia. Tra le sue ultime pubblicazioni: Hill R. & Sessa F. (2024), Strategic Responsiveness to the Client's Resources: from Erickson to Rossi, to Now. in The Science of Psychotherapy, Volume 12 Issue 2. April-June 2024. ISSN: 2201-9529. www.thescienceofpsychotherapy.net Intervista al Dott. Francesco Sessa: l'approccio strategico neuroscientifico
1. Gentile Dottor Francesco Sessa, la vostra Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Strategica a Orientamento Neuroscientifico si distingue
nel panorama formativo italiano per l'integrazione tra il modello strategico ericksoniano e le più recenti scoperte in ambito neuroscientifico
ed epigenetico. Potrebbe illustrarci in cosa consiste questo approccio e quali sono i suoi elementi distintivi?
Questo approccio psicoterapeutico consiste nel costruire, insieme alla persona, una relazione efficace, attenta davvero a come quell'individuo
specifico osserva la realtà e a come si relaziona con essa e con se stesso; partendo da questo presupposto, l'approccio strategico
neuroscientifico mira a individuare la terapia specifica per la persona, quella che più si associa alle sue caratteristiche uniche,
attraverso elementi distintivi quali: l'utilizzo di un modello che più che alla patologia mira a individuare le risorse della persona; l'utilizzo
del corpo in terapia; le conoscenze in ambito neuroscientifico ed epigenetico per approcciare la persona a livello biopsicosociale; un approccio
responsivo alla persona; l'utilizzo dell'inconscio creativo e dell'emotività del terapeuta.
2. Quali sono gli ambiti applicativi dell'approccio strategico-neuroscientifico?
L'approccio strategico-neuroscientifico si applica nell'ambito clinico, sia esso privato che pubblico, rivolto all'individuo, alle coppie
e ai sistemi familiari; inoltre, essendo un approccio che insegna come affrontare un problema, in qualsiasi contesto, attraverso una lettura
sistemica, può essere applicato anche in ambiti non clinici, quali quello aziendale, giuridico e sociale.
3. Il vostro modello pone l'accento sull'interconnessione tra mente e corpo. Potrebbe illustrarci in quali contesti clinici questa integrazione
risulta particolarmente efficace?
Questa integrazione risulta particolarmente efficace soprattutto in tutti quei contesti clinici che riguardano problematiche psicosomatiche,
spesso legate allo stress e ad emozioni represse come rabbia, delusione e senso di colpa.Inoltre diversi studi riportano l'importanza di un approccio integrato mente-corpo nella cura di diverse patologie con cause organiche e risvolti psicologici, disturbi psicologici con risvolti organici o patologie che rientrano in una complessità sistemica, dove non sempre risulta facile individuarne la causa; ne possono essere un esempio le dermatopatie, le sempre più attuali patologie autoimmuni o tutte quelle condizioni cliniche, soprattutto di natura ansiogena, che vedono coinvolto il sistema gastroenterico.
4. Come si applica il metodo strategico-neuroscientifico a condizioni specifiche come l'infertilità psicogena e le dermatopatie?
Chiaramente parliamo di due condizioni cliniche diverse, quindi occorrerebbero due risposte diverse andando più nello specifico.Sicuramente entrambe le difficoltà rientrano in quelle patologie caratterizzate da una complessità sistemica, dove non sempre è facile individuarne la causa. Di conseguenza, il terapeuta strategico-neuroscientifico svolge dei primi colloqui in cui individua le tentate soluzioni messe in atto dalla persona e dal sistema di riferimento in cui vive, ovvero quelle soluzioni che non hanno funzionato e che spesso hanno rinforzato il problema; successivamente, dopo un'attenta diagnosi strategica in cui l'obiettivo principale è individuare le risorse della persona e il suo sistema percettivo-reattivo, si inizia a utilizzare il corpo per facilitare naturali stati dissociativi che aiutano l'individuo a visualizzare il reale problema e, attingendo alle sue risorse interne, metterlo nelle migliori condizioni per trovare la personale soluzione alla difficoltà, utilizzando i processi di autoguarigione che ha e che ognuno di noi ha dentro di sé.
5. La formazione in Psicoterapia richiede un equilibrio tra preparazione accademica e sviluppo personale. Quali strumenti e percorsi offre
il CIPPS per aiutare gli allievi a crescere come futuri terapeuti sia come persone?
Esatto, Il CIPPS mira soprattutto alla crescita personale dei colleghi in formazione: riteniamo che la crescita personale del terapeuta,
l'individuazione delle proprie risorse e del proprio talento, siano la condizione necessaria su cui poi costruire l'impalcatura più teorico-tecnica.Di conseguenza, durante il percorso formativo di 4 anni, il collega in formazione, oltre a studiare l'epistemologia, le teorie, la metodologia e la tecniche proprie dell'approccio strategico-neuroscientifico, partecipa ad attività terapeutiche ed esperienziali, attraverso le quali contattare i propri limiti, imparare a gestirli, risolverli e trasformarli in risorse, in modo da essere nelle migliori condizioni per trasmettere coraggio alla persona in difficoltà, ad essere davvero presente nel processo terapeutico e rispondere in maniera efficace ai segnali di guarigione espressi dalla persona in terapia. Intervista realizzata dalla Redazione del Centro HT CIPPS: Centro Internazionale di Psicologia e Psicoterapia Strategica Salerno: Via Antonio Amato, 20/22 - numero verde 800 188 668 www.cipps.it ![]() ![]() ![]() |