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Intervista alla Dott.ssa Giovanna Celia: Psicoterapia strategica-integrata

Intervista alla Dott.ssa Giovanna Celia: Psicoterapia strategica-integrata
La risposta clinica integrata nella terapia strategica: comprendere e trattare le diverse dimensioni del disagio psicologico
di Redazione

Dott.ssa Giovanna Celia
Psicologa, Psicoterapeuta, presidente del comitato scientifico della Scuola di Psicoterapia Strategica Integrata Seraphicum - SCUPSIS. È inoltre:
  • direttore didattico del Centro Internazionale di Psicologia e Psicoterapia Strategica - CIPPS - di Salerno;
  • docente a contratto presso l'Università degli Studi di Salerno e Napoli;
  • direttrice editoriale della rivista scientifica "Psicologia Clinica e Psicoterapia Oggi";
  • curatrice rubrica di psicoterapia sulla rivista D. Donna on-line, La Repubblica;
  • Co-fondatrice de The International Journal of Psychosocial and Cultural Genomics Consciousness & Health Research;
  • vincitrice del premio Distinguished Investigator Achievement Award negli Stati Uniti, autrice di diverse pubblicazioni, tra cui il libro "La Psicoterapia Strategico-integrata".

Intervista alla Dott.ssa Giovanna Celia: Psicoterapia strategica-integrata

1) Dottoressa il modello caratterizzante la Scuola è strategico integrato, cosa si intende per strategico e cosa per integrato?
Appare sempre più evidente, in questo periodo storico, la presenza di una "rivoluzione" nel modo di fare ricerca e terapia. Di conseguenza appare necessario un adeguamento anche dei modelli di formazione. Non si ritiene più possibile agire in un'ottica mono disciplinare ma al contrario in un'ottica integrata con le altre discipline. Inoltre, i cambiamenti socioculturali in atto, impongono tempi di cura del disagio psichico, decisamente più brevi ed efficaci. Il modello strategico integrato, a tal fine, è particolarmente indicato per raggiungere questi risultati.
La psicoterapia strategica integrata, riteniamo sia una prospettiva d'intervento, di ricerca e di formazione nuova, moderna che memore della storia dell'evoluzione della psicoterapia promuove una spinta in avanti. Per strategico si intende l'individuazione di un obiettivo terapeutico, la definizione del tempo di cura e l'adozione della strategia e prospettiva più adatta a quel paziente. Quindi non più chiedere al paziente di adattarsi al metodo ma chiedere al terapeuta di conoscere più metodi e più tecniche per adattare la sua cura alle specificità del caso. Per noi il principio è integrare i modelli e le conoscenze, non separarle. Nella terapia con i pazienti noi contempliamo la dimensione cognitiva del problema, la dimensione comportamentale, quella relazionale, quella costruzionista, la dimensione narrativa e su tutti questi livelli interveniamo. Come si può essere terapeutici adottando una sola prospettiva, quando ogni essere umano agisce a tutti questi livelli contemporaneamente? Come possiamo sezionare gli essere umani? Dobbiamo garantirgli un funzionamento a tutti i livelli.
2) Quali i punti di contatto e le principali differenza tra il modello strategico breve e il modello strategico integrato?
L'approccio strategico breve è di grande efficacia ed impatto tende però a concentrarsi sul sintomo estinguendolo in poche sedute, noi condividiamo questo ma lavoriamo anche su aspetti più profondi e relazionali al fine di arrivare alla radice del problema per garantire una stabilità del risultato.
3) Scupsis, imbastendo anche un dialogo internazionale con importanti istituzioni del settore clinico scientifico, è impegnata sul versante della ricerca, quali sono gli ambiti elettivi a cui tale attività è dedicata?
Da molti anni lavoriamo con istituti di clinica e di ricerca europea (ad esempio: con l'istituto di ricerca FACTUM di Vienna - Austria; Liverpool Institute for Performing Arts e con il Gruppo Lipa - Universitat Autònoma de Barcelona, U.A.B) e con gli Stati Uniti, in particolare la Milton Erickson Foundation per raffinare le nostre tecniche di intervento e sviluppare strategie di intervento strategico-integrato applicato ai gruppi. Inoltre lavoriamo con diverse importanti Università, in particolare con l'Università degli Studi di Salerno. Proprio in questo Ateneo abbiamo fondato un gruppo interdisciplinare di ricerca insieme a medici, biologi e bio-informatici e attraverso impianti sperimentali abbiamo verificato, lavorando con test psicologici e analisi del sangue dei pazienti, l'efficacia dei nostri metodi con evidenze psicologiche e biologiche. Questo innovativo e rivoluzionario impianto di ricerca ci ha valso importanti premi alla ricerca e l'invito a Evolution of Psychotherapy il più importante convegno al mondo dove partecipano solo i clinici che stanno contribuendo all'evoluzione, non del singolo modello, ma dell'intera psicoterapia. A questo evento partecipano studiosi del calibro di Aaron T. Beck, Salvador Minuchin, Paul Ekman, Albert Bandura, Otto Kernberg. Siamo gli unici italiani invitati.
4) Nel modello teorico e clinico della Scuola grande attenzione è dedicata alle neuroscienze, in che modo la psicoterapia può "servirsi" delle neuroscienze?
Attualmente l'evoluzione scientifica non è tanto nell'ambito della psicologia clinica ma nelle neuroscienze, rimanere estranei alla comprensione di queste ricerche ci renderebbe "vecchi" e non competitivi nella cura. Ad esempio la scoperta dei neuroni specchio come viene adottata dalle scuole di psicoterapia? In che modo diventa metodo per i clinici? Di questo noi ci occupiamo e non solo. Inoltre non dobbiamo solo integrare i modelli ma le discipline, ad esempio separare la mente e il corpo è inaccettabile. Spesso noi psicologi facciamo lo stesso errore dei medici, loro dimenticano la psiche noi il corpo.
5) Dottoressa, la Scuola mantiene il dialogo con gli ex allievi, quali sono i feedback che gli stessi danno anche a distanza di tempo dalla fine della specializzazione, ossia quale l'eredità che più frequentemente sedimenta in loro?
La nostra scuola esiste da 14 anni ha tanti allievi tutti oggi attualmente clinici di successo con tanta richiesta clinica. Il grado di soddisfazione dei nostri allievi è altissimo, sul nostro sito esiste una rubrica che si chiama "dicono di noi" in cui ex allievi scrivono una testimonianza del loro percorso e di ciò che "hanno ricevuto" dalla scuola. Inoltre la nostra scuola ha la politica di sostenere i suoi allievi anche dopo la specializzazione, sostiene le loro iniziative, sono coinvolti nella didattica e nel tutoraggio della scuola, sono inseriti nel nostro centro clinico. Noi riteniamo che la grandezza di una scuola si fonda sui suoi allievi.
6) In conclusione Dottoressa, cosa significa per lei essere una terapeuta e una didatta strategica integrata?
Io sono stata definita una "enfant prodige" sono stata la didatta più giovane d'Italia e sono forse il presidente scientifico più giovane. Ho sentito una grande responsabilità ad assumere questi ruoli e l'unico motivo per cui ho sempre accettato è stato quello di trasferire la grande passione che mi muove e mi ha mosso, da 20 anni a questa parte verso la psicologia e la psicoterapia, anche ai colleghi. Inoltre ho sposato una prospettiva americana per cui sento di dovere dare agli altri le opportunità che sono state date a me, quindi aiuto sempre e sostengo i giovani colleghi affinché facciano del loro meglio e abbiano le chances che ho avuto io.
Intervista realizzata dalla
Redazione del Centro HT