Dott. GIOVANNI BORIA
Psicologo clinico, psicoterapeuta, psicodrammatista, ha compiuto la sua formazione allo psicodramma all'Istituto Moreno di Beacon (New York) con la guida di Zerka Moreno.E' socio fondatore ed e' stato presidente della FEPTO (Federation of European Psychodrama Training Organizations) con sede a Lovanio. Direttore dello Studio di Psicodramma. Intervista a Giovanni Boria1) Prof. Boria, in quali contesti l'approccio psicodrammatico puo' essere applicato, ed in quali ha riscontrato maggior efficacia?
Lo psicodramma viene applicato all'interno di un piccolo gruppo (8 - 10 persone) e un elemento che ne esalta l'efficacia e' la composizione qualitativa di tale gruppo: quanto piu' e' diversificata la caratterologia dei suoi componenti, tanto piu' e' possibile utilizzare produttivamente a vantaggio di tutti una gamma ben diversificata di risorse personali.I successi piu' rapidi si ottengono coi soggetti che hanno difficolta' relazionali connesse ad una situazione di blocco espressivo. 2) Quanto dura mediamente una sessione di gruppo di psicodramma?
La durata varia da un'ora alle due ore e mezza e dipende dal tipo di utenza e dal numero delle persone che compongono il gruppo.Un tempo piu' breve e' proprio dei gruppi i cui utenti hanno una soglia di attenzione e di faticabilita' bassa (es.: bambini; adulti gravemente disturbati); un tempo piu' lungo e' offerto ad un piccolo gruppo "numeroso" (es.: gruppo di 10 adulti). 3) Qual e' il ruolo principale dello psicodrammatista?
Un ruolo centrale e tipico dello psicodrammatista e' quello che tende a creare all'interno del gruppo delle situazioni contestualizzate (attraverso la formulazione di consegne) che provochino nei presenti utili movimenti dell'io-attore e consentano poi all'io-osservatore il riconoscimento e la verbalizzazione del materiale emerso alla coscienza.
4) Nello Psicodramma si utilizzano un insieme di tecniche alla cui base vi e' la teoria, o e' il substrato teorico ad essersi formato sulla base delle tecniche utilizzate?
La teoria psicodrammatica ideata da Moreno (i cui assunti riconoscono nel fattore spontaneita'/creativita' l'elemento propulsore della crescita personale; nel ruolo il fattore psicogenico; nel tele il fattore sociogenico) ha portato alla costruzione di una metodologia complessiva.Le tecniche (alcune delle quali ormai codificate) costituiscono le modalita' operative che consentono di dare corpo alla metodologia. La validita' di una tecnica e' conseguente alla sua efficacia all'interno del metodo. Ogni psicodrammatista puo' creativamente costruire, in aggiunta alle tecniche gia' collaudate e disponibili, dei modi di agire inediti, logicamente inseribili nel quadro teorico di riferimento. 5) Qual e' la visione di J.L. Moreno sulla creativita'?
La creativita' e' un quid non definito allo stato potenziale, ma che si riferisce all'atto concreto: cio' che esiste e' soltanto quest'ultimo, la cui caratteristica e' quella di fornire risposte adeguate a situazioni nuove o risposte nuove a situazioni gia' affrontate.In ogni atto la creativita' e' ritrovabile da un grado massimo (atto vitale, originale, nuovo) ad un grado nullo (atto automatico, riflesso, ripetitivo). 6) Rispetto ad altri, lo psicodramma e' un approccio per sua natura molto particolare. Lei ritiene che chiunque possa divenire, con un'adeguata formazione, un buon psicodrammatista, o vi sono delle caratteristiche intrinseche che un allievo dovrebbe avere a priori, per diventarlo?
Lo psicodrammatista deve avere a portata di mano una dotazione di spontaneita' e di creativita' immediatamente spendibile nella relazione interpersonale.Arduo sarebbe il lavoro formativo per chi avesse difficolta' ad accedere a questa dotazione e provasse disagio nell'incontro col prossimo. Intervista realizzata dalla Redazione del Centro HT |